I.C. EUROPA UNITA

Via Europa Rione Salicelle, 80021 Afragola (NA)

Il territorio di Afragola era abitato dai Sanniti, dei quali sono state ritrovate diverse tombe risalenti al IVIII secolo a.C. (tra cui la tomba dipinta rinvenuta nel 1961 in località “Cantariello” e oggi esposta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e la necropoli rinvenuta in località “Sanguineto” nel 1982).

Secondo la tradizione la città è stata fondata nel 1140 dal re Ruggero II di Sicilia, detto Ruggero il Normanno, che avrebbe distribuito terre incolte ai suoi veterani (l’episodio è raffigurato nell’affresco della sede municipale, eseguito dal pittore Augusto Moriani nel 1866). La tradizione era tuttavia già stata riconosciuta come falsa dallo storico ottocentesco Bartolommeo Capasso.

Probabilmente il centro si sviluppò a partire da una serie di insediamenti rustici, divenuti piccoli villaggi (tra i quali Arcopinto, costruito forse presso le arcate di un antico acquedotto romano, Cantarello, Casavico, San Salvatore delle monache, Archora e Salice) e attorno a chiese probabilmente preesistenti (Santa Maria la nova, dell’XI secolo, San Marco in sylvis, Santa Maria di Ajello e San Giorgio martire).

La prima menzione del nome (Afraore o Afraora) risale alla prima metà del XII secolo. Altre varianti in carte successive sono “Afragone”, “Afraolla”, “Fraolla”, “Afrangola”. Secondo la tradizione il nome sarebbe stato collegato all’esistenza delle fragole, che compaiono infatti nello stemma comunale. Un’ipotesi fa derivare il nome dalla locuzione latina “ad fragorem” (presso il rumore). Più probabilmente, esso deriva dalla progressiva storpiatura della locuzione medievale “villa Afragore”, con l’eliminazione della parola “villa” e la trasformazione della liquida r in l.

Parte del suo territorio fu feudo dell’arcivescovo di Napoli e uno dei “casali” considerati parte integrante di Napoli. Alcune terre furono possesso feudale di vari personaggi, mentre altre appartenevano al demanio regale; la collettività locale si era organizzata in una universitas guidata da un syndicus. Nel 1576 l’universitas acquistò i diritti della parte feudale e della parte demaniale del suo territorio, mentre il re si riservava il diritto di nominare un governatore per l’amministrazione del “casale”.

Nel 1639 il duca di Medina, viceré di Napoli, decise la vendita dei “casali” per finanziare la guerra dei Trent’anni e gli abitanti di Afragola furono costretti a versare nuovamente una considerevole somma di denaro. Nel 1799 Afragola partecipò alla Repubblica Napoletana e fu issato nell’attuale piazza Municipio l’albero della libertà. Solo nel 1809 si ebbe la prima amministrazione comunale (con il primo sindaco Cesare Castaldo).

Il periodo fascista

Sotto il regime fascista Afragola, come tutti i comuni italiani, fu amministrata da un podestà (dal 1927 al 1943 Luigi Ciaramella). L’area urbana si ampliò, e molte strade furono dotate di rete fognaria e pavimentazione regolare. Il 5 ottobre 1935 il re Vittorio Emanuele III, su proposta del podestà, conferì al Comune il titolo di “città”, come commemorato da una targa marmorea affissa nell’atrio di Palazzo Civico il successivo 28 ottobre.

Con l’armistizio dell’8 settembre 1943, la città fu occupata dai tedeschi, che posero un campo di prigionia all’interno del Casone Spena, nell’area dell’Arcopinto. Il 3 ottobre dello stesso anno i tedeschi furono messi in fuga dai contingenti alleati[4].

Ultimi ritrovamenti archeologici

Nel 2005, durante alcuni lavori ferroviari, è stato ritrovato un villaggio, in località Marziasepe, risalente all’età del Bronzo Antico, sepolto dalle ceneri della eruzione del Vesuvio cosiddetta delle Pomici di Avellino risalente a circa 1.800 anni prima di Cristo. Sono venute alla luce capanne, orme, ossa, ma soprattutto vasellame che attesta il periodo cui si fa riferimento.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[5]

Abitanti censiti

Monumenti e luoghi di interesse

Basilica di Sant’Antonio

Il santuario, poi elevato a basilica minore,[6] fu eretto in stile barocco a partire dal 1633 con annesso convento dei frati minori riformati dell’ordine francescano, nonostante l’opposizione dei domenicani. L’interno, rivestito di marmi, è a tre navate, con abside e cappelle sul lato sinistro. In Basilica è conservato un miracoloso crocifisso attribuito a frate Umile da Petralia la statua in legno di Sant’Antonio di Padova del XVII secolo collocata in un grande tabernacolo del 1922 conosciuto come “Trono del Santo”, un pulpito marmoreo di Francesco Jerace, e altre opere d’arte di rilievo. Nella sacrestia un dipinto di Agostino Beltranio raffigurante l’apparizione del Bambino Gesù a Sant’Antonio (1630). Sulla sinistra del Santuario si erge l’alto campanile costruito a partire dal 1950.

Il culto di Sant’Antonio ha reso il santuario un celebre luogo di pellegrinaggio (con festa il 13 giugno), facendo di Afragola la “Padova del Sud“. Dal 18 febbraio 1995 il santuario è ufficialmente gemellato con la Basilica di Sant’Antonio in Padova, ma contatti informali sono esistiti da sempre, in quella occasione i Frati Minori Conventuali di Padova donarono alla città una importante reliquia del Santo, conservata in una cappellina nella parte posteriore del Trono del Santo.

Il convento, con il collegio serafico, ospita la Biblioteca del Convento di Sant’Antonio che raccoglie oltre quindicimila volumi, tra cui numerosi pezzi unici o rari.

Piazza del Municipio

In origine esisteva come piccolo slargo con il nome di “piazza dell’Arco”. Vi si affacciava la piccola chiesa di San Nicola di Bari. L’antica universitas, organizzazione degli abitanti che rappresentava la città, che si era riunita inizialmente nella chiesa di Santa Maria della Misericordia (piazza Ciampa), prese in affitto nella prima metà del XVIII secolo alcuni ambienti di “palazzo Tuccillo” in via San Giovanni.

Nel 1860 si decise di abbattere alcuni edifici, compresa la chiesa di San Nicola, tra la via suddetta e il vicolo dell’Arco per creare una piazza antistante; fallite le trattative per l’acquisto del palazzo Tuccillo, una nuova sede municipale fu eretta nel 1870 sul fondo della piazza, ad opera degli architetti Carlo Ciaramella e Francesco Danise.

Sull’attuale piazza si affaccia anche il “palazzo Migliore”, del XVII secolo.

Castello

Documentato dal 1495, fu probabilmente costruito dopo il 1420 dalla famiglia che deteneva in quel momento il feudo di Afragola (Capace-Bozzuto). Secondo la tradizione fu residenza della regina Giovanna II d’Angiò. Si presentava in origine come un vasto quadrilatero protetto da quattro torri e circondato da un fossato, più tardi riempito.

Nel 1571 fu venduto alla universitas, corrispondente all’attuale comune. In stato di degrado fu venduto nel 1726 a Gaetano Caracciolo duca di Venosa, che lo restaurò. Nuovamente in abbandono alla fine del secolo, vi fu installato un orfanotrofio.

Attualmente il castello ospita una scuola dell’infanzia e primaria paritaria, denominata Addolorata, il cui ente gestore è la Città di Afragola, la cui frequenza è gratuita. Tale scuola è erede dell’orfanotrofio gestito dalle Suore Compassioniste Serve di Maria nel secolo scorso in base a un protocollo d’intesa, non più vigente, siglato tra la fondatrice della Congregazione, la beata suor Maria Maddalena Starace, e l’amministrazione comunale. La Congregazione ha ancora una comunità nel castello, che ospita anche il centro di accoglienza diurno “Il Bruco”, semiconvitto per ragazzi in difficoltà gestito da una cooperativa sociale.

Villa comunale

Esiste anche un parco, vicino alla basilica di S. Antonio, adibito a villa comunale. Detto dai ragazzi del posto “La pineta”, è un importante luogo di ritrovo per i giovani è le famiglie, ospitando concerti e manifastazioni varie.

Altre chiese

Il territorio comunale di Afragola è disseminato di chiese e cappelle, quasi tutte di rilevante interesse storico-artistico, architettonico o culturale. Ad eccezione di Santa Maria la Nova e di alcune cappelle non più esistenti in località Cantariello e in contrada Salice, gli edifici di culto sono tutti situati nell’abitato principale del Comune. Negli anni ’60 il territorio risultava essere suddiviso in oltre 40 parrocchie, ridotte a 12 negli anni ’90 e rimaste, attualmente, a sole 8 con l’ultimo ridimensionamento operato dalla Diocesi di Napoli, che ha anche esteso i confini del decanato a Casoria (precedentemente, il decanato, XV, si chiamava “Afragola” e comprendeva il territorio del comune di Afragola precedente all’istituzione del comune di Casalnuovo di Napoli). Tali riforme si sono rese necessarie, nonostante l’incremento della popolazione, a causa della penuria di sacerdoti secolari.

Le chiese più antiche e le chiese più rilevanti sotto il profilo artistico sono le seguenti:

  • Parrocchiale di Santa Maria d’Ajello. Fondata nel 1190, si trova in pieno centro storico. Secondo la tradizione ha inglobato una precedente cappella, esistente prima di Santa Maria la Nova. Fu rimaneggiata nel 1583 (aggiunta delle navate laterali) e nel 1780. In una cripta sotterranea erano ospitate le tombe. Conserva dipinti di Giovan Angelo Criscuolo (tardo Cinquecento), di Alessandro Viola (1695) e di Angelo Mozzillo, che era peraltro un parrocchiano (1787). Sulla sinistra della chiesa le si accostò tra il 1603 e il 1608 la cappella della Confraternita dell’Immacolata Concezione, ristrutturata nel 1867. Conserva un dipinto di Girolamo Imparato.
  • San Marco in sylvis (che insieme a San Marco all’olmo costituisce la parrocchia di San Marco evangelista). Costruita in un territorio all’epoca campestre e forse paludoso (donde il complemento di termine in sylvis) probabilmente intorno al 1179, fu diverse volte rimaneggiata (in particolare si ebbe un innalzamento del pavimento). Alla costruzione originaria risale il campanile. Sul muro esterno dell’abside è inserita la pietra di San Marco, sulla quale, secondo la devozione popolare, si sarebbero seduti in momenti diversi San Marco e San Gennaro. Nel XVII secolo la sede parrocchiale fu trasferita a San Marco all’olmo (costruita nel 1615 e ampliata nel XIX secolo), più facilmente accessibile.
  • San Marco all’olmo (sede della parrocchia di San Marco evangelista). Fu eretta nel 1615, in séguito a un decreto della curia arcivescovile di Napoli finalizzato a dotare le anime del quartiere di Casavico, la cui chiesa parrocchiale era San Marco in sylvis, di una cappella più facilmente accessibile. Nonostante il successivo ampliamento, dovuto al progressivo trasferimento degli uffici parrocchiali, mantiene ancora la struttura originaria, di cui è intatto il puro stile barocco. Nonostante l’espansione del XX secolo che ha determinato l’urbanizzazione totale della zona intorno alla chiesa di San Marco in sylvis, più popolosa rispetto alla parte storica di Casavico, gli uffici parrocchiali sono rimasti ubicati a San Marco all’olmo.
  • Parrocchiale di San Giorgio martire. Situata alle spalle del Castello, fu eretta tra il 1695 e il 1702 al posto di una precedente cappella. Questa, attestata dal 1131 e rimaneggiata nel 1380, sorgeva nel punto più alto della città e andò distrutta nel terremoto del 1688. La cupola, opera dell’architetto Blasotti, fu realizzata nel 1741. Il campanile, di Mario Gioffredo, è del 1772. Accanto è possibile ammirare la cappella dell’Ave Gratia plena, rimasta intatta sin dal XII secolo, anche se chiusa al pubblico perché in corso di restauro (in realtà il restauro è stato deliberato e autorizzato dalla competente soprintendenza già da diversi anni, ma non è mai partito).
  • Parrocchia del Sacratissimo Rosario. Eretta nel 1602 insieme al vicino convento dei domenicani, si trova in centro storico. Ha subìto diversi rimaneggiamenti e fu restaurata da ultimo nel 1989 a seguito dei danni subiti nel terremoto del 1980.
  • Chiesa madre del cimitero (rettoria). Di stile neoclassico, fu eretta, su progetto dell’architetto Ferdinando Patturelli, nel 1841, quando fu costruito il nuovo cimitero in località Cantariello.
  • Santa Maria della misericordia: edificata alla fine del XV secolo dall’Ordine dei servi di Maria, subì radicali rifacimenti nel 1857, nel 1938 e nel 1970. Si trova in via Ciampa.
  • San Giovanni battista. Innalzata presso l’attuale piazza Municipio (ove è situata anche la chiesa di San Giuseppe) tra il XV e il XVI secolo, fu rimaneggiata nel 1784.
  • Santuario dei Sacri Cuori. Situato nel centro storico vi è annesso il convento dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria fondati da San Gaetano Errico. Nel complesso monumentale è situato un teatro con oltre 500 posti a sedere; il teatro, intitolato a P.Giuseppe Bottiglieri e danneggiato dal terremoto del 1980, è stato riaperto dopo i lavori di ristrutturazione nel 2010.
  • San Michele arcangelo. Costruita agli inizi del Novecento su modello classicheggiante, è stata soppressa come sede parrocchiale con la costruzione del rione Salicelle, la cui chiesa, intitolata al santo medesimo, è stata eretta in sede parrocchiale.

Altre sedi parrocchiali sono Sant’Anna e Santa Maria delle grazie.

Tra le numerose sedi parrocchiali soppresse sono da ricordare Sant’Antonio abate (via Antonio Guerra), Santa Veneranda (piazza Ciampa), Santa Maria delle grazie (via Domenico Morelli, angolo via Arturo de Rosa, che fu sostituita dalla nuova sede) e varie chiese non parrocchiali intitolate alla Madonna, come quella dell’Immacolata (Via Milano) o del Rosario di Pompei (Corso Vittorio Emanuele).

Rilevantissima sotto il profilo storico – artistico è, infine, la chiesa di Santa Maria La Nova, detta Scafatella, intitolata alla Madonna di Costantinopoli, situata nella borgata Capo Mazzo (di fronte all’ingresso dei centri commerciali della contrada omonima). Si è ritenuto che risalisse al XII secolo, ma recenti studi ne hanno posticipato la costruzione al XV.

Cultura

Feste tradizionali

Festa di Sant’Antonio di Padova

Quella del 13 giugno è sicuramente la festa principale della città, gli afragolesi, infatti, riconoscono come loro protettore Sant’Antonio (e non San Gennaro che sembra sia l’unico Patrono e al quale però non è dedicata alcuna commemorazione pubblica o religiosa). Secondo la tradizione, nell’Ottocento, nei giorni precedenti la festa dei carretti giravano casa per casa per raccogliere le offerte in natura che venivano infine vendute all’asta, carretti che partivano anche dalle città circonvicine. La tradizione della raccolta delle offerte continua tuttora, ma vengono raccolte solo offerte in denaro. La statua del santo, ospitata nella basilica di Sant’Antonio, viene rivestita dei paramenti liturgici alla vigilia della festa, poi, durante la notte, è solennemente traslata sul sagrato della Basilica per permettere alle migliaia di fedeli, provenienti da tutta la provincia e da molte zone d’Italia (in particolare dal Sud) di rendere omaggio alla venerata e taumaturga effigie. Durante la giornata vengono celebrate 14 messe, 13 in Basilica e 1 in piazza, alle 6.30, con la presenza di un Vescovo. Dal 14 al 20 la statua del Santo gira in processione per tutto il territorio comunale e alcuni quartieri della vicina Casoria, e sosta ogni sera (e la domenica) presso la Cappella in Piazza Municipio. Il 20 giugno dalla vicina Casoria parte la processione di conclusione, conosciuta come la “ritirata” del santo, migliaia di fedeli seguono il Santo per l’ultimo km prima che rientri in Santuario a notte inoltrata.

“Incendio del campanile”

La manifestazione pirotecnica conosciuta come Incendio del Campanile si fa risalire ad un’antica tradizione, ripristinata nel 1995 in occasione degli ottocento anni dalla nascita del Santo, il giorno dell’Assunzione, per oltre un decennio si è ripetuto il grandioso spettacolo pirotecnico che ha come fulcro il campanile della basilica di Sant’Antonio. Negli ultimi anni la manifestazione è stata nuovamente abolita in seguito al restauro del campanile, oggi, nella stessa giornata, si tengono spettacoli canori o fontane d’acqua danzanti.

Festa di San Marco evangelista

Patrono del quartiere “Casavico” (meglio noto nella dizione dialettale Casuobbc) si tiene il 25 aprile.

Festa dei fujenti

Legata al culto della “Madonna dell’Arco”, venerata nell’omonimo santuario del comune di Sant’Anastasia e che fu introdotta nel XIX secolo.

Premio “Città di Afragola”

La città è sede del premio “Città di Afragola – Ruggero il Normanno”, istituito nel 1990 da Luigi Grillo, divenuto internazionale in occasione della decima edizione. Il premio viene assegnato ogni anno a personalità di rilievo nei campi della cultura, della politica, dell’imprenditoria, delle professioni, o ad autorità religiose e militari, e consiste in una statuetta in argento raffigurante il re normanno a cavallo. Vengono inoltre conferiti premi speciali (medaglia d’oro). Presenziano i discendenti della casa d’Altavilla.

Biblioteche

Ad Afragola oltre alla Biblioteca del Convento di Sant’Antonio è presente una Biblioteca Comunale che si trova in Via Firenze,33. Questa mette a disposizione del pubblico circa 27.000 volumi, oltre a materiale interattivo e postazioni internet [7].

Il cibo

La cucina afragolese si inserisce nella tradizione della Campania centro-settentrionale (“cucina napoletana”) con alcune varianti (per esempio nella composizione del ragù): ad Afragola non esiste il casatiello dolce, e con questo termine si intende il “casatiello salato”, tradizionale durante la Pasqua insieme alla pastiera e alla “pizza di tagliolini”, mentre il “tortano” è ancora una pietanza differente.

La pizza, che ha il medesimo impasto – anch’esso lievitato naturalmente – di quella napoletana, se ne differenzia nella scelta degli ingredienti per i condimenti e nella denominazione delle ricette tipiche. La “pizza fritta” è chiamata qui anche “calzone” per la sua caratteristica forma a mezzaluna; di solito è farcita con ricotta (che nella zona si fa con latte misto di mucca e di bufala), fiordilatte, salame casereccio e pepe nero (a Napoli la si preferisce fare con due dischi sovrapposti e, soprattutto, provola, ricotta e ciccioli, non presenti nella tradizione afragolese).

Il menù delle feste comprende le polpette di San Marco (polpettine di carne suina e bovina con cavolo nero o cappuccio fatte nella borgata di Casavico in occasione della festa patronale), e i croccantini o torroncini di Sant’Antonio, venduti sulle bancarelle in occasione delle celebrazioni per il santo protettore.

Prodotti tipici sono la mozzarella e il fiordilatte di Frattamaggiore.

Pietanze tipiche

  • Pane cafone“: fatto di farina poco raffinata, acqua e sale lievitati naturalmente con il cosiddetto crìscito (o crescente), la pasta di risulta. La prima volta che occorre fare il pane viene utilizzata della pasta acida, la cosiddetta “pasta madre”. L’impasto così ottenuto viene cotto in forme lunghe, con le punte arrotondate, del peso medio di un chilo a cotto. Il pane viene per lo più prodotto artigianalmente, e ogni forno ha la sua ricetta segreta e il suo sapore: solitamente si presenta, comunque, di colore giallo paglierino o un po’ più scuro, non uniforme, con crosta doppia e più esternamente croccante ben salda a una mollica soffice ed elastica. Grazie all’acidità degli agenti di lievitazione si conserva per diversi giorni, anche se perde in croccantezza. Non presenta tagli in superficie, poiché non ne vengono utilizzati per favorire il processo di lievitazione.
  • Zeppulelle“, costituite di farina di grano tenero, nelle friggitorie, o di farina di granoturco grossa e pepe, quelle casalinghe.
  • Cuori di carciofo dorati e fritti.
  • “Frustino”, pizza al forno a forma di mezzaluna ripiena di provola, prosciutto cotto, crocché e patatine fritte. (Con aggiunta opzionale di ketchup e maionese).
  • Le polpette con la cappoccia: sono polpette ripiene di cappoccia (ovvero verza) sono tradizionali della festa di San Marco che si festeggia il 25 aprile

Afragola oggi

Nelle zone periferiche del Capomazzo e del Cantariello hanno sede alcune tra le maggiori strutture commerciali del Mezzogiorno (tra cui Ikea e Le porte di Napoli che comprende un Ipercoop di Unicoop Tirreno) ed è attualmente in costruzione lo scalo ferroviario dedicato all’alta velocità, progettato da Zaha Hadid. Nell’anno accademico 20052006 è stato attivato un corso di laurea (“Ingegneria gestionale delle reti di servizi”) dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, con sede presso il palazzo Cuccurese, appositamente restaurato.

Afragola è tuttavia attanagliata da numerosi problemi sociali, tra i quali l’emergenza rifiuti.

Infrastrutture e trasporti

Strade

La città servita dal casello Acerra-Afragola dell’autostrada A1 Milano-Napoli ed è interessata dal percorso dell’Asse Mediano.

Ferrovia

La stazione cittadina è quella di Casoria-Afragola sulla linea Roma-Formia-Napoli, servita da relazioni regionali svolte da Trenitalia nell’ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Campania.

Nell’ambito della ristrutturazione del nodo ferroviario di Napoli per la ferrovia ad alta velocità, risulta in fase di costruzione la stazione di Afragola Campania, su progetto dell’architetto Zaha Hadid.

Mobilità urbana

Afragola è servita dalle autolinee pubbliche gestite dalla CTP.

Fra il 1881 e il 1957 era inoltre presente una stazione della tranvia tranvia Napoli-Caivano, gestita dalla Société Anonyme des Tramways Provinciaux (SATP).

Sanità

Se da un lato esiste un alto numero di medici rispetto alla popolazione, dall’altro è presente solo un punto di primo soccorso, mentre non sono disponibili posti letto per il ricovero. L’Azienda sanitaria locale “NA/3″, comprendente circa la metà dei comuni dell'”area a nord di Napoli” (gli altri rientrano nel territorio di competenza delle ASL “CE/2” e “NA/4”), gestisce un solo presidio ospedaliero, situato a Frattamaggiore, mentre altri ospedali pubblici sono a Napoli e Aversa e una clinica convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale è presente a Casoria e una rilevante struttura privata ad Acerra.

Disagio sociale

Tra gli abitanti dell’antico centro storico resta ancora ai massimi livelli italiani l’indice di disoccupazione ed è diffuso il lavoro nero[8].

Il nuovo centro residenziale, costruito in applicazione della legge 219/1981 dopo il terremoto del 1980 tra le località Salicelle e Quattrovie (periferia nord-occidentale della città) e popolato quasi esclusivamente da famiglie provenienti da altri comuni, in larga misura Napoli, è teatro stabile di scippi, furti, rapine, evasione scolastica. Il trasferimento della stazione dei carabinieri in loco e la presenza di altre istituzioni di rilievo (Polizia Locale, Protezione Civile, motorizzazione civile, vigili del fuoco) ha contribuito tuttavia a ridurre il fenomeno.

La presenza della camorra

In città si registra anche la presenza del quartier generale di un clan camorristico tra quelli ritenuti più attivi. Anna Mazza, soprannominata “Vedova nera”, nata nel 1937, ormai molto anziana, massimo esponente del Clan, è stata la prima donna in Italia ad essere indagata, e poi condannata, per il reato di associazione a stampo mafioso. Nel 1999 il consiglio comunale fu sciolto con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’Interno, per infiltrazioni dell’organizzazione malavitosa nella gestione della macchina comunale, rilevate da una commissione d’accesso inviata dalla Prefettura, in seguito riabilitato dalla sentenza del Tar che ha ritenuto i fatti contestati per lo scioglimento non sufficienti[9]. Nel 2005 l’amministrazione in carica, con decisione del Ministero dell’interno del 25 ottobre 2005, è stata sciolta perché gli accertamenti svolti dalla commissione di accesso hanno avvalorato «l’ipotesi della sussistenza di fattori di inquinamento dell’azione amministrativa dell’ente locale a causa dell’influenza della criminalità organizzata». Questa volta nessuna riabilitazione: sia il Tar che il Consiglio di Stato rigettano il ricorso presentato dall’amministrazione sciolta[10].

Secondo un’inchiesta pubblicata sull’Espresso, Afragola sarebbe la capitale del “pane nero della camorra”, essendo il comune in assoluto con il più alto tasso di forni illegali.[11]

Sport

Calcio

Ad Afragola, la principale squadra di calcio della città è l’Associazione Sportiva Dilettantistica Vis Afragolese 1944 che attualmente partecipa ai campionati dilettantistici regionali dopo essere stata per sei anni in Serie C2.

Basket

Nel basket, la principale squadra maschile e femminile è l’Associazione Sportiva Dilettantistica Pallacanestro Afragola 2012 partecipante al campionato di Serie C2 e che disputa le proprie partite interne al Palazzetto dello Sport di Afragola.

Amministrazione

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
13 giugno 2013 in carica Domenico Tuccillo Partito Democratico Sindaco

Persone legate ad Afragola